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Gilda35, satira dadaista sul professionismo di internet

Come inguaiammo il Nobel a Internet

"Quando la U.S. Air Force cercò un nome per la bomba atomica di Bikini, scelse opportunamente 'Gilda'. L'analogia tra una bomba atomica e una femmina pericolosa in questo modo era chiaramente evocata dalla Air Force" (Emanuel Levy, critico cinematografico)

ONtro

Esimi Ricercatori è strano concludere una delle nostre coccolose saghe a due anni di distanza dal suo svolgimento. Tuttavia presi dalle contingenze della Guerra dei Sogni omettemmo di chiudere il nostro ciclo dedicato al Nobel della Pace ad Internet.

Qualche giorno addietro tuttavia il buon Luca Alagna, ha rievocato in una conversazione via Facebook la nostra epica lotta digitale ed ideologica contro la concessione ad Internet del Nobel della Pace 2010.

Così sono andato a scartabellare nella memoria storica di questo prestigioso nonBLOG rendendomi conto che non solo non avevamo concluso la cosiddetta Trilogia della Pace, ma neppure avevamo fornito una visione organica della Campagna contro Internet 4 Peace.

Così ci sembra d'uopo rievocare l'intera vicenda a beneficio dei Ricercatori vecchi e nuovi, aggiungendo qualche gustoso retroscena...

Come inguaiammo il Nobel a InternetCome inguaiammo il Nobel a Internet

I Maoisti Digitali di Internet 4 Peace

Era l'estate del 2010, questo Progetto muoveva i suoi primi passi, massacrando i Toptweet.

Settimanalmente i primi Sabotatori di Gilda35, un gruppo di trentacinque mattacchioni, si radunavano e alteravano i risultati dei tweet più interessanti che un curioso algoritmo sparava nelle homepage di Twitter...

Ma mentre noi ci trastullavamo felici con BOT, fake follower e algoritmi (all'epoca nerdate per pochi eletti, oggi materia di convegni) i funesti Maoisti Digitali arrivarono ad ammorbare le nostre vite con quella corbelleria di Internet 4 Peace.

Il Maoista Digitale, per dirla alla Jaron Lanier, è quel meraviglioso individuo che esaltando in modo acritico una visione collettivistica della creatività, finisce per regalare nelle mani dell'Oligopolio Digitale tutto il potere economico e decisionale. Se ormai il modello economico vincente è quello del Feudalesimo Digitale bisogna ringraziare i Maoisti Digitali, che agitano Wired come fosse un novello Libretto Rosso.

Immaginate cosa accadde nel 2010 quando Wired lanciò una folle campagna per far assegnare a internet il Premio Nobel per la Pace. Badate bene non ai padri di internet (dopotutto è un'invenzione nata a scopi bellici), ma allo strumento tecnico.

Lì per lì essendo Condé Nast, l'editore di Wired, la multinazionale dell'editoria più pazzescamente markettara del pianeta (Vogue, Vanity Fair, ecc...) lasciai cadere la cosa come l'ennesima provocazione di buontemponi della programmazione neurolinguistica che volevano sedimentare nel Sogno Collettivo un collegamento positivo tra valori come pace, fratellanza, amicizia a internet e di conseguenza all'Oligopolio Digitale che ne detiene i diritti di sfruttamento.

Ma scampare a Internet 4 Peace non era possibile: ogni santo giorno un Maoista Digitale sventolandoci sotto il naso gli hashtag #wired e #i4p ci intimava di organizzare un sabotaggio, per rendere virale l'iniziativa.

Non sapevo se ridere o piangere: nel Maoista Digitale si era talmente sedimentata questa folle marketta che venivano a chiedere a un gruppetto di trentacinque disgraziati di promuovere un progetto che dietro aveva Condé Nast, Olgivy e la totalità dell'Oligopolio Digitale.

Non bastasse ciò negli stessi giorni gironzolava in rete lo sconcertante video "Gaia - The future of politics" di Casaleggio Associati, che non sapevo se ascrivere a Maoismo Digitale, provocazione dadaista, o delirio orwelliano... Miliardi di morti per trovarci anestetizzati e felici in una società completamente sdradicata di valori governata da un pronipote di Google Plus.

Aridatece er Socing!

Ormai mi conoscete: potrete ben capire come vivevo l'intera vicenda.

Ero pazzescamente "carino e coccoloso".

All'ennesima potenza.

Pronto ad esplodere.

Come inguaiammo il Nobel a Internet

La Profezia di Luca Alagna

I nostri Sabotaggi Coccolosi all'epoca erano all'insegna della follia più totale, privi del benché minimo tentativo di ricavare un senso...

Luca Alagna, che all'epoca era uno dei rarissimi giornalisti che conosceva a fondo Twitter, ci propose di effettuare un Sabotaggio per far salire una richiesta di concessione del Nobel a Liu Xiaobo tra i toptweet della homepage di Twitter.

La proposta ci lasciò estasiati: di Liu Xiaobo in Italia non aveva parlato nessuno. La totalità dei mezzi di informazione era persa dietro quel delirio di cultura tossica di Internet 4 Peace: un non-luogo della mente in cui confluivano stilisti, banda larga, oncologi, Facebook, pace, cure per il cancro, Google, libertà di espressione, ecologia, solidarietà, bit, ecc... Il povero dissidente cinese era completamente misconosciuto.

Così organizzammo un sabotaggio in grande stile, che ovviamente in ossequio alle venne bloccato... tuttavia come già accaduto durante l'Add On Apokalypse Now, il nostro Sabotaggio causò una sorta di misterioso collasso nervoso a Twitter (hackeraggio? commozione cerebrale di una mente alveare? chi può dirlo...).

Ma la cosa veramente più sorprendente accadde dopo: i Maoisti Digitali ci rimproverarono. Col nostro sabotaggio avevamo osato distogliere per cinque minuti l'attenzione del "Popolo di Internet" dalla campagna bella, buona e giusta che cercavano di promuovere quei poveretti di Condé Nast, Olgivy, Ninjamarketing, il 90% della blogosfera italiana, Wired, la Banda dei Quattro di Internet, la totalità dei provider di servizi telefonia e dati... tutto per uno scemo di cinese che non conosceva nessuno.

Eravamo proprio delle persone male.

Ma visto che il buon Luca Alagna è un tipo alquanto tenace non si perdeva d'animo e produceva uno splendido articolo in cui spiegava per filo e per segno l'assurdità della concessione del nobel ad internet:

Ma neppure il garbato appello alla ragionevolezza di Luca Alagna riuscì a ricondurre i Maoisti Digitali su un illuministico sentiero di ragionevolezza. Lo slogan INTERNET 4 PEACE veniva scandito agitando i libretti rossi di wired, per far tacere gli untori del vile nome di Liu Xiaobo.

Immaginate il livello di carica nucleare raggiunto in quei momenti dal sottoscritto...

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V for vendetta

Il giorno dopo lo storico post di Luca accadde l'incredibile: il Nobel per la Pace venne assegnato proprio a Liu Xiaobo.

Immediatamente Wired, che con la sua asfissiante campagna virale, aveva completamente occultato la candidatura di Liu Xiaobo, saltò sul carro del tema di tendenza con un una mirabolante (e grottesca) giravolta logica:

Ero assolutamente sconcertato, basito ed interdetto. Neanche un rigo per dire: "beh sì c'era in lizza anche lui, ma noi eravamo troppo impegnati a convincervi che i cavi in fibra ottica salveranno il mondo".

Ma il bello doveva ancora venire. Nell'hashtag #I4P, che era usato come una specie di bacheca dell'iniziativa, iniziò a circolare da parte di Riccardo Luna & co. che Internet For Peace sarebbe stata una sorta di campagna permanente.

In pratica sarebbe continuato il teatrino di video virali, interviste farlocche, interventi a Parlamenti e Parlamentini, link, spam, ricchi premi e cotillon...

Dovevo mettere a frutto un ventennio di cyberguerriglia... e realizzare una bella esplosione digitale.

Mi venne in aiuto Ninja Marketing con un articoletto dal titolo alquanto scemo, ma efficace ai miei scopi:

Tenuto conto che il Maoista Digitale non legge, ma scansiona... l'articolo era assolutamente perfetto:

  • titolo che lasciava intendere rivelazioni sconvolgenti;

  • primi due paragrafi (l'internettaro medio non va oltre) dal seguente spocchioso tenore: " La volete sapere la verità? Siete sicuri di essere pronti a conoscere quello che si nasconde dietro la candidatura di Internet a Nobel per la Pace ? Ora possiamo rivelarvelo, dato che l’ambito riconoscimento non è stato assegnato a Internet bensì a Liu Xiaobo oppositore al governo cinese. Ebbene, in questo post, in esclusiva per Ninja Marketing (si dice così, no?), la verità sulla più grande campagna – di marketing – mai realizzata negli ultimi anni. Ebbene sì, cari lettori, avete capito bene: campagna di marketing. E qui scatta l’appluso."

Anche il momento era perfetto:

  • era un noioso venerdì pomeriggio;

  • venni in possesso del link mentre ero in fila dal medico;

  • purtroppo c'era un'epidemia di influenza.

Ebbi tutto il tempo del mondo.

Così iniziai ad praticare una vecchia tecnica di flooding contro il tread #I4P: sommersi tutti i messaggi presenti con assurde filippiche contenenti il link all'articolo dei Ninja. Cose del tipo: "#I4P Avete giocato con i sogni di una generazione solo per vendere il vostro squallido giornaletto! Era tutto marketing [LINK]", oppure "#I4P era solo marketing sono distrutto [LINK]", ma anche "#I4P adesso ho capito perché ci chiedevate la mail per aderire alla campagna era raccolta dati di marketing [LINK]"

E' incredibile la quantità di cose che si possono fare con uno smartphone e tanto tempo da perdere: inondai letteralmente la rete di spam strutturato contenente ivettiva+#I4P+marketing+LINK. Fino a uccidere definitivamente il tread #I4P.

Scoppiò letteralmente il finimondo. Non erano tempi di Mud Wrestling tra influencer come oggi, anzi la percezione che sotto l'insegna Internet 4 Peace ci sarebbe stato pane per markettari per i prossimi quindicimila anni aveva inondato la Rete di caramellosa bontà.

L'unico blogger che si erse a lanciare una vibrata invettiva fu il buon Max Kava con questo storico post:

Nel frattempo io venivo letteralmente assalito da orde di Maoisti Digitali imbufaliti, da blogger di terzo e quart'ordine che invocavano ai miei danni denuncie per diffamazione (LOL), perfino una scrittrice, che si lanciò in un mudwrestling col sottoscritto durato tre giorni...

Alla fine devo ammettere che fui salvato dal linciaggio mediatico dal buon Riccardo Luna, che di lunedì mattina prese carta e penna e placò un flame che aveva raggiunto dimensioni assolutamente epiche (con mio sommo divertimento invero).

Tuttavia fatto il pieno di ogni contumelia possibile e immaginabile scrissi la mia lunga e indignata versione dei fatti, levandomi parecchi sassolini dalle scarpe...

Non contento mi inerpicai in un esteso ragionamento sull'evoluzione avuta dal Nobel dalle sue origini ai giorni nostri. Un'evoluzione talmente aberrante e disumana da rendere proponibile la concessione a una Macchina di un premio originariamente destinato "alla persona che più si sia prodigata o abbia realizzato il miglior lavoro ai fini della fraternità tra le nazioni, per l’abolizione o la riduzione di eserciti permanenti e per la formazione e l’incremento di congressi per la pace."

Insomma, miei esimi Ricercatori, quella del Nobel è una storia esemplare di come nell'arco di un solo secolo un premio dedicato a esseri umani che lottano sulla propria pelle, per rendere il mondo un posto degno in cui vivere, sia stato così profondamente stravolto nei suoi significati da diventare una sorta di kermesse del politically correct, fino a diventare addirittura uno strumento di marketing territoriale.

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Il Testamento di Nobel 3.0

Così veniamo alle conclusioni, peraltro molto di attualità visto che il Nobel per la Pace quest'anno è stato assegnato a quella "Burocrazia-che-giustifica-sé-stessa" altrimenti nota come Unione Europea.

Nella Guerra dei Sogni il Nobel per la Pace è una sorta di Premio Oscar al miglior spettacolo di Cultura Tossica messo in campo in ambito politico.

Nobel preventivi assegnati a Presidenti che hanno condotto e conducono guerre estremamente sanguinose. Guerre condotte magari legittimamente, per carità, ma che non si possono proprio ascrivere ad azioni di pace e fratellanza tra i popoli.

Nobel assegnati ad organizzazioni sovranazionali, per aver portato la pace tra i propri Stati membri, senza considerare che questi stessi Stati membri sono quotidianamente coinvolti in guerre verso l'esterno.

Perché la Pace è Guerra.

Pertanto la proponibilità di una Meta-Marketta definitiva come Internet 4 Peace era semplicemente la naturale estremizzazione di un concetto di Maoismo Digitale: premiamo tutti, perché tutti usiamo i prodotti dell'Oligopolio Digitale, che è buono, bravo e bello... e vuole la Pace. Sì perché in effetti l'Oligopolio Digitale nei teatri di conflitto non fa gli stessi profitti dei territori pacificati... Portare la banda larga sotto i bombardamenti è complesso...

In questa dimensione di assoluta mistificazione la Rete diventa la Macchina Salvifica, ne vanno abilmente occultati i lati oscuri, le defaillance, gli orrori...

La Rete diventa un gigantesco momento di deresponsabilizzazione collettiva, in cui giocare a fare gli attivisti lanciando like come fossero molotov, in cui senza neppure aver capito per cosa ci si sta effettivamente mobilitando.

In una logica siffatta conta solo "posizionare bene" nelle menti la parola "INTERNET" e tutto il corollario di prodotti dell'Oligopolio Digitale ad essa associati.

Ma come diceva Guy Debord "nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso"...

Così la Guerra è Pace... E possiamo assegnare in santa pace ricchi premi e cotillon a Macchine e Burocrazie.

Rimane una sola soddisfazione, miei Esimi Ricercatori: aver ritardato l'inevitabile.

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Anonimoconiglio 20/10/2012

Salve è la prima volta che visito questi lidi!
Vorrei portare a vossignoria un mio racconto riguardante Riccardo Luna e la nomination al premio nobel per la pace. Altresì, mi piacerebbe chiarire che all'epoca dei fatti non ero a conoscenza della vostra incredibile opera al riguardo, della quale resto piuttosto perplesso e meravigliato, nonché dispiaciuto se penso alle varianti a cui il mio racconto potrebbe avere attinto. Detto ciò, penso proprio che vi piacerà quanto a me è piaciuta la vostra magnanima opera (che ancora non ho finito di leggere, sono al 4 articolo linkato).
http://anonimoconiglio.blogspot.it/2012/04/volevo-fare-la-startup-la-maledizione.html

Un anonimoconiglio che senz'altro condivide la vostra causa, e che pensava di essere molto solo.
Santiago.